12. Il rapporto fra le muscolature addominale e dorsale con la laringe

Quello di cui parlo per ultimo è il primo dei collegamenti fra le muscolature delle varie parti del corpo che insegno ai miei allievi, sia per far loro acquisire un’abilità pneumofonica fondamentale, sia per abituarli ad ascoltare con attenzione e in continuazione tutte le loro sensazioni fisiche.

Se si intona una [r] prolungata articolandola al palato nel modo comune, cioè ponendo la punta della lingua agli alveoli dei denti come avviene nella pronuncia della parola «rara», si avvertono quattro sensazioni precise di lavoro a carico della muscolatura respiratoria: addominalmente si percepiscono due contrazioni che partendo dalle spine iliache anteriori superiori42 convergono in quel punto dell’addome, posto a metà strada fra l’ombelico e il pube, del quale ho detto al paragrafo precedente e che può essere percepito come il «centro di gravità» sul quale si scarica il peso dei visceri; ai due lati del dorso si avverte il lavoro dei due cordoni muscolari che scendono dalle coste al bacino e che nel corso dell’espirazione si contraggono verso il basso (in realtà, anche se percepiti posteriormente, sia pure ai lati, i due cordoni muscolari sono il margine esterno dei muscoli addominali larghi43). Contemporaneamente, mettendosi le solite due dita ai lati della colonna vertebrale, si sente che si contraggono i muscoli lunghi del dorso ai lati di questa, ma le sensazioni evidenti sono quelle dei muscoli addominali appena descritte.

Se invece si intona la [r] prolungata articolandola come nella pronuncia della parola «tre», cioè appoggiando la lingua agli incisivi per articolare la [t] e mantenendola nello stesso punto per realizzare il trillo della [r], il comportamento della muscolatura respiratoria cambia: si ha l’impressione della formazione di uno «slip» muscolare che, partendo dai tubercoli pubici, «tira» verso le spine iliache cioè in direzione contraria a quella di prima. Non solo, prolungando la durata della [tr] ed aumentando l’energia di articolazione si avverte anche la formazione dell’«elastico», per così dire, dello «slip», che tira da una spina iliaca all’altra mentre si forma la sensazione di un triangolo muscolare che sostiene i visceri soprastanti.

Nel canto questa meccanica fonatoria porta rapidamente ad emettere voce senza sforzo per un’estensione che può superare le tre ottave, anche se l’estensione musicalmente utile per timbro e intensità può rimanere attorno alle due. Sempre nel canto, con questa meccanica il registro – e quindi il timbro della voce – con il quale si canta diventa uno solo44 perché la tensione vibratoria delle corde vocali è ottenuta per distensione passiva di un unico tipo dal basso all’acuto. Nell’eloquio la voce appare limpida, morbida e smaltata come già detto al § 8.


42. Le spine iliache anteriori superiori si avvertono alla palpazione come le due prominenze della parte superiore del bacino, che sporgono in avanti ai due lati del ventre.

43. Ricordo che i tre muscoli larghi dell’addome, m. obliquo esterno, m. obliquo interno e m. trasverso, sono sovrapposti e che l’andamento delle loro fibre è incrociato in modo simile a quello degli strati del legno compensato.

44. Non entro, in questo articolo, nell’argomento dei registri vocali, argomento che porterebbe fuori da quello che mi sono proposto di trattare in questa sede.