5. Connessione fra laringe, sistema articolatorio e sistema
respiratorio
Le due condizioni di tensione delle corde
vocali – contrazione attiva e distensione passiva – influiscono sulla struttura
acustica della voce non solo per il comportamento vibratorio delle corde vocali
– e di conseguenza sulla struttura acustica della voce – ma anche per la
meccanica articolatoria, necessaria a determinarlo. Tale meccanica, che è il
risultato del comportamento pneumofonico complessivo, incide anche sulle
dimensioni complessive del condotto vocale nonché, in particolare, sulle misure
dei tratti faringeo e buccale nonché sulla proporzione fra le dimensioni di
questi determinando cambiamenti nel timbro generale della voce e, in
particolare, nella struttura acustica delle vocali prodotte dal singolo
individuo.
Si tenga conto anzitutto delle dimensioni
delle corde vocali. Secondo Léon Testut e
André Latarjet la lunghezza delle corde
vocali è, in media, 20-25 mm nell’uomo e 16-20 mm nella donna18.
Secondo Wikipedia, Ingo R. Titze darebbe
per la lunghezza delle corde vocali maschili una misura compresa tra 1,75 cm e
2,50 cm e per le corde vocali femminili una misura fra 1,25 cm e 1,75 cm19.
Mao-Chang Su et alii hanno
misurato su pazienti vivi e in anestesia neurolettica le lunghezze medie di
14,6 ± 1,2 mm per i maschi e 11,1 ± 1,0 mm per le femmine mentre da pazienti in
anestesia generale hanno ottenuto le misure di 15,3 ± 1,6 mm per i maschi e
13.5 ± 1,3 mm per le femmine20. Queste misurazioni si riferiscono a
popolazioni ed epoche diverse, ma, come si vede, sono sempre nell’ordine di
grandezza di pochi millimetri.
È comunque evidente che, semplicemente
osservando l’articolazione della consonante labio-dentale [v] nella sua
combinazione con le vocali [i] e [u], così come avviene nelle sillabe [vi] e
[vu], si può vedere – e, meglio ancora, percepire su se stessi – che
nell’emissione della prima gli incisivi superiori sono posti a contatto con il
bordo superiore del labbro inferiore mentre per emettere la seconda si compie
una protrusione della mandibola; protrusione che porta gli incisivi a toccare
la parete interna del labbro presso la sua base. Tale avanzamento, per quanto
dell’estensione di pochissimi millimetri, determina una sensibile trazione in
avanti applicata sia alla membrana tiro-ioidea che all’estremità dei corni
superiori della cartilagine tiroide.
Il movimento in avanti della mandibola fa
quindi inclinare la cartilagine in avanti e in basso, provocando uno stiramento
delle corde vocali; stiramento che determina un allungamento apprezzabile di
queste. Il tutto con gli effetti acustici del caso. In poche parole: le
dimensioni delle corde vocali sono talmente piccole che bastano spostamenti
millimetrici della laringe rispetto agli organi ai quali essa è collegata – sia
che a spostarsi sia essa, sia che a spostarsi siano gli organi – per
determinare cambiamenti significativi nel suo comportamento fonatorio.
La connessione meccanica fra la laringe e
il sistema respiratorio forse più facile da accertare è quella che si può
constatare ponendosi un dito appunto sulla laringe mentre si parla. Nel corso
di un’inspirazione il diaframma spinge in basso i visceri addominali il cui
peso grava già di per sé sui muscoli addominali, che intanto si rilassano.
L’insieme degli organi dell’apparato respiratorio li segue in questa discesa e
con essi scende anche la laringe in quanto fa parte dell’apparato. L’entità di
questa discesa dipende dal tipo di meccanica respiratoria messa in atto dal
soggetto20. Subito dopo, procedendo nel ciclo respiratorio e in
particolare agendo per espirare l’aria necessaria a proferire una frase, il
sistema respiratorio comprime dal basso i visceri addominali i quali, così
premuti, risalgono verso l’alto, distendono il diaframma e spingono verso
l’alto anche i polmoni. Questi si adattano alla costrizione imposta
inferiormente dalla risalita dei visceri e lateralmente dalle coste le quali
per parte loro si chiudono. Spremuti, essi emettono l’aria. Con i polmoni
risale la trachea, con essa la laringe e la risalita è quella che si può
percepire al tatto. Contemporaneamente la raggiera dei muscoli che collegano
l’osso ioide al cranio e alla mandibola si contrae conservando l’equilibrio di
tale osso fra la sospensione e l’appoggio.
La risalita della laringe, quella che
possiamo palpare, determina un accorciamento di tutto il condotto vocale ed un
cambiamento nella proporzione fra le dimensioni del tratto faringeo rispetto e
quelle del tratto buccale; essa determina quindi un cambiamento nella struttura
acustica della voce fra l’inizio e la fine della frase. Porto come esempio la
recitazione da parte mia, in postura assisa e in un fiato solo, di sei ripetizioni
della frase monovocalica «La gran bagnata»22.
La durata della registrazione è di 8,408 secondi e ne sono state analizzate
con Praat la prima recitazione e l’ultima
ripetizione. Prescindendo dal progressivo impoverimento di tutti i caratteri
del suono dall’inizio alla fine della frase, i valori medi delle due prime
formanti e delle rispettive bande cambiano nel modo che segue:
|
Prima recitazione |
Ultima ripetizione |
Frequenza/banda F1 |
390/87 |
474/71 |
Frequenza/banda F2 |
1375/120 |
1394/524 |
Questo esempio, sia pure circoscritto
all’esame di una frase monovocalica, dovrebbe
bastare per mettere in evidenza i cambiamenti che avvengono nella struttura
acustica della voce dall’inizio alla fine di una frase parlata. Tali
cambiamenti acustici, però, non sono dovuti a movimenti articolatori, ma sono
il risultato del movimento fisiologico della risalita della laringe
nell’espirazione.
Per cogliere il fenomeno nella sua
completezza occorrerebbe poter misurare tale risalita, ma l’operazione è
praticamente impossibile con normali metodi antropometrici perché la laringe
scorre sotto la parete anteriore del collo dando luogo ad un rilievo
arrotondato e mobile, che non offre punti di riferimento per la misurazione. Il
principale mezzo di tipo radiologico non invasivo, e che quindi consentirebbe
ricerche di questo tipo, parrebbe essere la risonanza magnetica; su YouTube,
infatti, si trova un certo numero di filmati relativi all’emissione della voce
e all’articolazione della parola, fatti con questa tecnica. Stante però la
fissità dei profili dei soggetti ripresi – in alcuni casi stante anche
l’appiattimento della nuca verosimilmente appoggiata su una base di sostegno –
e valutato ad orecchio il timbro delle voci, soprattutto di quelle cantate,
pare di capire che tali filmati sono stati ottenuti con la risonanza magnetica
chiusa, cioè con grossi macchinari tubolari, nei quali il soggetto da esaminare
è collocato orizzontalmente in postura supina e opportunamente scandito. Per
avere un’emissione vocale più vicina a quella normale sarebbe probabilmente
necessario usare la risonanza magnetica aperta23, tecnica con la
quale il soggetto da esaminare può essere sistemato in una postura più simile a
quella eretta. I mezzi a mia disposizione sono quindi la palpazione e l’esplorazione
del corpo, fatte ricercando e individuando le sensazioni propriocettive con la
guida dei trattati e degli atlanti di anatomia24.
18. Testut - Latarjet (1971). La prima edizione del trattato (Testut (1901) diceva invece che «Leur longueur est, en moyenne,
de 20 millimètres chez l’homme, de 15 millimètres chez la femme». André Latarjet (1877-1947)
fu allievo e poi collaboratore di Léon Testut (1849-1925)
partecipando a numerose riedizioni del Traité la
cui prima edizione, in 4 volumi, era uscita negli anni che erano andati dal
1899 al 1901.
19. Titze (1994)
secondo «Wikipedia, Corde vocali». Nell’edizione del 2000 in mio possesso,
però, non riesco a trovare dette misure.
20.
Mao-Chang Su et alii (2002).
21. Dei diversi tipi di comportamento
respiratorio si parlerà più avanti.
22. Prime parole da «Genesi 6-9», sonetto
di Giuseppe Varaldo (Varaldo 1993:
21).
23. Per la precisione, però, la risonanza
magnetica chiusa usa un campo magnetico più potente rispetto a quella aperta e
quindi la risonanza magnetica aperta, pur mantenendo la medesima precisione
diagnostica, produce immagini meno nitide.
24. Cfr. anche il laringoaltimetro di Pehlivan e Denizoglu (2009).
Secondo quanto si legge, si tratta di un dispositivo portatile a batteria,
costituito da due microfoni a condensatore applicati sopra l’incisura dello
sterno e sulla regione sopraglottica e usati per cogliere le vibrazioni
corrispondenti durante la fonazione. I segnali dei microfoni sono quindi
filtrati, digitalizzati e confrontati tra loro mediante algoritmi di
rilevamento presenti nello stesso laringoaltimetro.