CONVEGNO A.I.A. 81
Bari, 12-15 ottobre 1981
Atti del Convegno, pp. 55-57

MAURO UBERTI

Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma
Istituto di Antropologia dell'Università di Torino

Il comportamento di un modello meccanico
come ipotesi sulla formazione del vibrato vocale

Il vibrato, componente di bassa frequenza della voce cantata, è stato oggetto dell'interesse di diversi AA: A. Gemelli, G. Sacerdote e G. Bellussi (2) (3) e G. Sacerdote (6) l'hanno descritto ampiamente nei suoi aspetti acustici mentre altri si sono occupati di quelli fisiologici attribuendogli cause diverse; Husson (4) lega il vibrato alla cronassia del nervo ricorrente; Deutsch e Clarkson (cfr. (4)) invocano un controllo per retroazione uditiva rivolta al controllo della stabilità della frequenza; altri (cfr. (6)) pensano ad un'emissione discontinua dovuta a vibrazioni del diaframma oppure a periodiche variazioni nella tensione delle corde vocali.

Che le corde vocali come tali siano organi responsabili della produzione del v. è fatto da escludere; infatti gli individui colpiti da tumore alla laringe e operati secondo il metodo di Labayle (5) riescono, nei casi più fortunati, oltre che a parlare mettendo in vibrazione la cartilagine aritenoide superstite, anche a cantare e, benché le corde vocali siano state asportate, nella loro voce compare un normale v. (1).

Secondo l'opinione dell'A. la formazione del v. troverebbe la sua spiegazione nel comportamento di un sistema pneumatico, costituito da un serbatoio elastico (= cavità toracica) ed un ugello a flusso variabile (= laringe) il cui modello è abbastanza ben rappresentato dai fischietti infantili ad ancia battente, alimentati da un palloncino di gomma. Questi giocattoli producono un suono la cui intensità varia continuamente dando all'analisi un tracciato a denti di sega molto irregolari (fig. 1). Quando si stabiliscono le condizioni opportune il tracciato si fa simile ad una sinusoide (fig. 2). Lo stesso fischietto alimentato con un compressore dà luogo, invece, ad una registrazione piatta.

Sarebbe imprudente, allo stato attuale delle indagini, azzardare un'interpretazione del fenomeno fisico, che andasse oltre l'ipotesi di un'interazione tra il fischietto funzionante come regolatore variabile di flusso ed il serbatoio elastico. Appare invece ragionevole, constatato il fatto, assumere il sistema descritto come modello che spieghi il fenomeno fisiologico del v. vocale.

Nel caso della voce, in cui l'analogo del fischietto è costituito dalla laringe, il v. in ampiezza indurrebbe anche un v. in frequenza in quanto gli aumenti periodici della pressione sottoglottidea si tradurrebbero sia in aumenti della tensione delle corde vocali per spinta delle stesse verso l'alto (per coercizione del muscolo crico-aritenoideo laterale superstite, nel caso dei laringectomizzati secondo il metodo di Labayle), sia in incrementi della loro frequenza di vibrazione per effetto Bernoulli.

La modulazione in frequenza della voce verrebbe poi esasperata dal comportamento a mo' di leva della cartilagine tiroide. Questa, come è noto, è articolata sulla cartilagine cricoide per mezzo dei suoi corni inferiori ed ancorata anteriormente allo sterno per mezzo dei muscoli sterno-tiroidei. Pertanto la risalita verticale della laringe al sommo della trachea, distesa dalla pressione interna, si tradurrebbe in una accentuazione dei movimenti di inclinazione rispetto, alla cartilagine cricoide, del resto, facilmente palpabili durante l'emissione di una nota. vibrata. L'analogo del palloncino, di gomma è dato dalla cavità toracica la cui elasticità, praticamente nulla a livello delle coste, è data, in basso, da quella della cintura muscolare addominale e, in alto, dall'estensibilità della trachea.

Contrastano con l'ipotesi esposta le osservazioni di D. Weiss (cfr. (2)), prima, e di Gemelli, Sacerdote e Bellussi (2), poi, che hanno dimostrato casi di opposizione di fase tra il v. in frequenza e quello in ampiezza.

Notevole varietà dell'ampiezza e della frequenza del v. deriva comunque dalle modalità e dal grado, di tensione delle corde vocali, soprattutto in relazione al riflesso di contrazione, che si scarica su di esse quando la cintura muscolare addominale entra in azione, e dalla tensione della cintura stessa. Un esame sistematico del v. in relazione alle tecniche vocali (7) potrebbe dar ragione della contraddizione citata.

Bibliografia

(1) - Ferri, T. - Uberti, M. - Collini, M. - Bottazzi, D., Abilità fonetica nei soggetti operati di laringectomia subtotale ricostruttiva secondo Labayle, Comunicazione al 680 Congresso della Soc. It. di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale. Grado, 27-30-V-1981.

(2) - Gemelli, A. - Sacerdote, G. - Bellussi, G., Analisi elettroacustica della voce cantata, in "Commentationes", XVI-2, (1954).

(3) - Gemelli, A. - Sacerdote, G. - Bellussi, G., Nuovi contributi elettroacustici allo studio del canto, in "Bollettino della Società Italiana di fonetica Sperimentale", VI-I, (1956).

(4) - Husson, R., Physiologie de la phonation, Paris, 1962.

(5) - Labayle, J., La laryngectomie totale reconstructive, in "Revue de Laryngologie", 69-93, (1972).

(6) - Sacerdote, G., Rilievi elettroacustici della voce cantata, in "Bollettino di Audiologia e Foniatria", XVIII, 1-2 ,(1969).

(7) - Uberti, M., La definizione delle tecniche vocali nel canto, Atti del 60 Convegno dell'A.I.A., Ivrea, 16-18 ottobre 1978.